
la sua coltivazione orticola risale al 1500.
La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è "aperto", normalmente a partire dalla metà d'agosto fino a settembre inoltrato. Il fiore si può usare fresco o si può essiccare, all'aperto, alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole, che farebbero evaporare gli oli essenziali.
il finocchio selvatico è chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto".
Si usano sia i fiori freschi o essiccati, sia i frutti impropriamente chiamati "semi", che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, sia le foglie e sia i rametti più o meno grandi

Le foglie si usano fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi: nella "pasta con le sarde".
I fiori si usano per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale.
I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare tarallini e ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo o tisane.
Nelle regioni costiere si produce il "liquore di finocchietto", per il quale s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.